Nel contesto di un’importante conferenza a Bletchley Park, il vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris e Nick Clegg di Meta si sono uniti ad altri leader globali per affrontare il crescente pericolo rappresentato dall’intelligenza artificiale fuori controllo. Mentre i politici e gli esecutivi tecnologici concordavano su una dichiarazione di buone intenzioni, le divergenze su come regolare questa tecnologia che dominerà il prossimo decennio hanno evidenziato una lotta politica globale in corso.
Un mese prima della conferenza a Bletchley Park, al vertice del G7 Věra Jourová ha promosso il regolamento sull’IA dell’Europa, sostenendo divieti e regole rigorose per le aziende come Google e Microsoft. Nathaniel Fick degli Stati Uniti, invece, ha proposto un intervento più leggero basato su impegni volontari dell’industria e leggi nazionali esistenti, criticando la legislazione europea per essere troppo restrittiva. Fick ha sottolineato il ruolo degli Stati Uniti come potenza mondiale nello sviluppo dell’IA e ha affermato che Washington non avrebbe permesso a Bruxelles di prevalere.
A Parigi invece, Macron ha discusso di regolamentazione dell’IA con esperti del settore, tra cui Greg Brockman di OpenAI e Yann LeCun di Meta. Desideroso di guidare gli sforzi internazionali per stabilire regole globali sull’IA, il Presidente francese si dimostra cauto riguardo all’AI Act di Bruxelles, temendo possa ostacolare l’innovazione. La discussione ha rivelato lo scontro tra ottimisti sull’AI che vedono i rischi futuri, e coloro che ritengono che i danni siano già reali.
La disputa tra i sostenitori della regolamentazione più rigida e quelli che preferiscono un approccio più leggero è emersa anche in occasione di udienze private e incontri politici, con alcune aziende tecnologiche come Meta che sostengono l’apertura dell’IA a tutti, mentre altre come Microsoft preferiscono limitare l’accesso a un numero limitato di aziende.
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Immagine generata con DALL-E 3.
