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EURODAC, la biometria al servizio del controllo migratorio che compromette i diritti dei migranti

Immagine di persone che attraversano la strada e che sono soggette ad analisi biometriche svolte dall'AI. Lo si capisce da una grafica tecnologica che appare in sovrimpressione all'immagine dell'attraversamento della strada.

Il Parlamento europeo si prepara a votare il prossimo 10 aprile un nuovo patto sulle migrazioni, ma al centro delle discussioni c’è una riforma di non poco conto, l’EURODAC, la banca dati dell’UE per gestire i flussi migratori. 

Secondo l’analisi di Laurence Meyer e Chloé Berthélémy di European Digital Rights, le modifiche proposte potrebbero aumentare la violenza contro i migranti ai confini. L’EURODAC diventerebbe una vera e propria arma tecnologica, consentendo agli Stati membri di esercitare un controllo totale sui corpi e sui movimenti dei migranti attraverso l’uso di tecnologie biometriche. Questo potrebbe portare a una maggiore criminalizzazione, detenzione e espulsione dei migranti. L’uso della biometria si inserisce perfettamente all’interno di una storia di discriminazione e supremazia. La riforma dell’EURODAC potrebbe ampliare il controllo anche sui minori, sottoponendoli a procedure invasive e stigmatizzanti. 

L’analisi del Digital European Rights sottolinea che questa tendenza sia il riflesso di una politica europea sempre più orientata alla criminalizzazione dei migranti, creando un sistema di “due pesi e due misure” che viola gli standard europei sulla protezione dei dati e discrimina le persone in cerca di aiuto come minacce alla sicurezza.

Leggi l’articolo completo: “Il corpo come passaporto: l’incubo biometrico al dentro del sistema di accoglienza dell’Ue”. L’analisi dell’European Digitl Rights su ilfattoquotidiano.it.

Immagine generata tramite DALL-E 3.

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