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Bard introduce il “double check”

Una lavagna grigia in orizzontale con sopra lanciati casualmente dei piccoli aeroplanini di carta dei colori del logo di Google (blu, verde, giallo e rosso).

Google Bard introduce la funzione “double check” per migliorare l’accuratezza dei risultati ed arginare il problema delle allucinazioni. Bard, il chatbot di Google che si può considerare la risposta a ChatGPT, sta cercando di affrontare un problema comune: la tendenza a fornire informazioni errate. Questi chatbot spesso si basano su previsioni invece di dati concreti, rendendoli spesso inaffidabili. Questo aspetto li rende poco utili come assistenti di ricerca poiché richiedono spesso ulteriori verifiche delle informazioni fornite, annullando lo scopo principale del loro utilizzo.

Bard lanciato quest’anno, ha introdotto un pulsante “Google It” che consente di inviare la query al motore di ricerca dell’azienda per ottenere una seconda opinione sulle risposte del chatbot. Tuttavia, la responsabilità di determinare ciò che è vero o falso ricade ancora sull’utente. Da questa settimana, Bard svolgerà un ruolo più attivo: dopo aver risposto a una domanda, Google Bard introduce la funzione “double check”, tramite un pulsante esposto all’utente che consentirà di verificare ulteriormente la risposta, evidenziando le frasi in verde se supportate da fonti web citate, o in marrone se non è nota l’origine delle informazioni, indicando un possibile errore. Questa funzione migliora la validità delle risposte di Bard e aiuta gli utenti a verificare la loro accuratezza.

Bard ha ricevuto un’importante aggiornamento che gli consente di connettersi a Gmail, Docs, Drive e altri prodotti Google come YouTube e Maps. Queste estensioni consentono di cercare, riassumere e fare domande su documenti archiviati nel tuo account Google in tempo reale. Al momento, questa funzione è limitata agli account personali, riducendone l’utilità. Sebbene possa essere utile per esplorare il web in modo alternativo e visualizzare video all’interno della finestra di risposta di Bard, le estensioni talvolta commettono errori, senza la possibilità di migliorare i risultati.

Leggi l’articolo completo su The Verge:

Immagine in copertina di Reza Rostampisheh su Unsplash.

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