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E’ ora di sostituire la peer-review con l’IA?

Secondo l’autore dell’articolo, la peer review “umana” è iniqua e potenzialmente insostenibile.

Si sostiene, ad esempio, che i revisori partecipino alla peer-review per il loro impegno accademico o per rispondere alle aspettative della comunità scientifica. Ma quante delle 1.799 università presenti in 104 Paesi, come elencate nella classifica THE World University Rankings 2023, effettivamente considerano il servizio volontario di revisione tra i criteri di valutazione per nomine, promozioni, ottenimento della cattedra o valutazioni annuali del loro corpo docente?

In secondo luogo, la pratica è spesso vista come un atto di “buon karma”: si aiuta estranei della propria disciplina a migliorare la comunicazione delle proprie ricerche, e in cambio, si spera che altri estranei faranno lo stesso quando si presenterà un proprio articolo a una rivista. Tuttavia, la realtà è più complessa: gli autori che hanno appena pubblicato spesso rifiutano le richieste di revisione di paper rilevanti da parte delle stesse riviste. La reciprocità o il “buon karma” non si manifestano tanto quanto si potrebbe sperare.

L’unico modo per migliorare la situazione è abbandonare gradualmente l’attuale sistema di peer-review e sostituirlo con l’intelligenza artificiale, nella speranza (e illusione) che questa sia più imparziale.

Leggi tutte le ragioni dell’autore: Ending Human-Dependent Peer Review 

Foto di charlesdeluvio su Unsplash

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