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Buone notizie: l’AI rivoluziona il progresso scientifico

E lo farà in un modo molto specifico: accelerando radicalmente il ritmo delle scoperte scientifiche, soprattutto in settori come la medicina, la scienza del clima e la green technology.

Gli strumenti e le tecniche di AI vengono ora applicati in quasi tutti i campi della scienza, anche se il grado di adozione varia notevolmente: il 7,2% degli articoli di fisica e astronomia pubblicati nel 2022 coinvolgeva l’AI, ad esempio, rispetto all’1,4% delle scienze veterinarie. Può identificare molecole con proprietà particolari nella scoperta di farmaci, identificare nuovi antibiotici, rivelare il bosone di Higgs e individuare “accenti” regionali nei lupi.

Ma in che modo può mettere il turbo al progresso scientifico?

Due aree in particolare sembrano promettenti. La prima è la “literature-based discovery” (lbd), che prevede l’analisi della letteratura scientifica esistente, utilizzando l’analisi del linguaggio in stile Chatgpt, per cercare nuove ipotesi, connessioni o idee che l’uomo potrebbe aver tralasciato.

Questo potrebbe stimolare il lavoro interdisciplinare e promuovere l’innovazione ai confini tra i campi. I sistemi lbd possono anche identificare i “punti ciechi” in un determinato campo e persino prevedere le scoperte future e chi le farà.

La seconda area è quella degli “scienziati robot”, noti anche come “laboratori a guida autonoma”. Si tratta di sistemi robotizzati che utilizzano l’AI per formulare nuove ipotesi, basate sull’analisi dei dati e della letteratura esistente, e poi testano tali ipotesi eseguendo centinaia o migliaia di esperimenti, in campi quali la biologia dei sistemi e la scienza dei materiali. A differenza degli scienziati umani, i robot sono meno legati ai risultati precedenti, meno guidati da pregiudizi e, cosa fondamentale, facili da replicare. Potrebbero aumentare la ricerca sperimentale, sviluppare teorie inaspettate ed esplorare strade che i ricercatori umani non avrebbero mai preso in considerazione.

Leggi l’articolo: How artificial intelligence can revolutionise science

Foto di Hans Reniers su Unsplash

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