L’intelligenza artificiale sta accelerando in maniera significativa la tendenza generale della tecnologia verso un’immersione più profonda, sfumando sempre di più i confini tra il mondo fisico e quello digitale, e consentendo agli utenti di creare facilmente i propri contenuti.
Se combinata con tecnologie come la realtà aumentata o virtuale, aprirà un mondo di possibilità creative, ma solleverà anche nuove questioni legate alla privacy, alla manipolazione e alla sicurezza. Negli spazi immersivi, il nostro corpo spesso dimentica che stiamo interagendo con dei contenuti “virtuale”, non fisici. Questo è ottimo per il trattamento del dolore e la formazione dei dipendenti. Tuttavia, significa anche che le molestie e le aggressioni in VR possono sembrare reali e che le campagne di disinformazione e manipolazione sono più efficaci.
L’IA generativa potrebbe peggiorare la manipolazione negli ambienti immersivi, creando flussi infiniti di media interattivi personalizzati per essere il più possibile persuasivi o ingannevoli. Per evitare che ciò accada, le autorità di regolamentazione devono evitare gli errori commessi in passato e agire immediatamente.
Queste informazioni possono potenzialmente rivelare dettagli sensibili come i dati demografici, le abitudini e la salute di un utente, che portano alla creazione di profili dettagliati degli interessi, della personalità e delle caratteristiche degli utenti. Immaginate un chatbot in VR che analizza i dati sulle vostre abitudini online e i contenuti su cui si soffermano i vostri occhi per determinare il modo più convincente di vendervi un prodotto, un politico o un’idea, il tutto in tempo reale.
Conosciamo già i deepfake che diffondono disinformazione e alimentano le molestie, e il microtargeting che spinge gli utenti verso comportamenti di dipendenza e radicalizzazione. L’elemento aggiuntivo dell’immersione rende ancora più facile manipolare le persone.
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