Intelligenza Artificiale e Colonialismo: Il Nuovo Volto dell’Estrazione Digitale

Nel panorama tecnologico in rapida evoluzione, un recente articolo porta alla luce una realtà inquietante: le radici coloniali dell’intelligenza artificiale (AI). James Muldoon e Boxi A Wu, ricercatori dell’University of Essex e dell’University of Oxford, esplorano la “colonial matrix of power” nascosta dietro lo sviluppo dell’AI, un concetto originariamente sviluppato da Aníbal Quijano.

Gli autori delineano tre argomentazioni principali: primo, la catena di approvvigionamento dell’AI è intrinsecamente legata alle disuguaglianze economiche e politiche globali, un’eredità del colonialismo storico che si manifesta nel dominio delle aziende tecnologiche occidentali. Secondo, una divisione internazionale del lavoro digitale contribuisce all’estrazione di valore dai lavoratori nei paesi maggioritari, con flussi di capitale che si dirigono verso le potenze occidentali. Terzo, questo paradigma perpetua una produzione di conoscenza egemonica che emargina le alternative non occidentali e le visioni del mondo.

L’AI, con le sue capacità avanzate nel machine learning e deep learning, viene descritta come un mezzo per eseguire compiti di riconoscimento di schemi, analisi di testo e immagini e generazione. Queste tecnologie, sebbene rappresentino un passo avanti in termini di capacità computazionali, presentano delle criticità. La letteratura sull’AI ha infatti evidenziato la presenza di bias, ingiustizie nei dati e negli algoritmi, oltre agli impatti sociali e ambientali della catena di approvvigionamento AI.

Muldoon e Wu mettono in discussione le eredità del colonialismo e le gerarchie di potere che modellano lo sviluppo dell’AI, sollevando interrogativi cruciali: come l’AI rafforza le dinamiche estrattive? In che modo le immaginazioni occidentali di modernità influenzano la produzione materiale e di conoscenza nell’AI? E come possiamo immaginare modelli alternativi di sviluppo tecnologico?

In un’epoca di cambiamenti senza precedenti, affrontare le questioni di giustizia, equità e sostenibilità nell’AI non è solo importante, è imperativo.

Leggi l’articolo completo “Artificial Intelligence in the Colonial Matrix of Power” su Springer:

Artificial Intelligence in the Colonial Matrix of Power – Philosophy & Technology

Drawing on the analytic of the “colonial matrix of power” developed by Aníbal Quijano within the Latin American modernity/coloniality research program, this article theorises how a system of coloniality underpins the structuring logic of artificial intelligence (AI) systems. We develop a framework for critiquing the regimes of global labour exploitation and knowledge extraction that are rendered invisible through discourses of the purported universality and objectivity of AI. Through bringing the political economy literature on AI production into conversation with scholarly work on decolonial AI and the modernity/coloniality research program, we advance three main arguments. First, the global economic and political power imbalances in AI production are inextricably linked to the continuities of historical colonialism, constituting the colonial supply chain of AI. Second, this is produced through an international division of digital labour that extracts value from majority world labour for the benefit of Western technology companies. Third, this perpetuates hegemonic knowledge production through Western values and knowledge that marginalises non-Western alternatives within AI’s production and limits the possibilities for decolonising AI. By locating the production of AI systems within the colonial matrix of power, we contribute to critical and decolonial literature on the legacies of colonialism in AI and the hierarchies of power and extraction that shape the development of AI today.

Immagine in copertina di cottonbro studio su Pexels.