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Nuove cause legali contro le aziende tecnologiche | The Washington Post

Sam Altman, CEO di OpenAI. Credits: JASON REDMOND/GETTY IMAGES

Un gruppo di artisti e autori ha intentato nuove cause legali contro le aziende tecnologiche, tra cui OpenAI e Google, accusandole di aver addestrato l’intelligenza artificiale utilizzando il loro lavoro senza autorizzazione.

Sono state presentate due azioni collettive, affermando che milioni di utenti di Internet hanno visto i loro diritti violati nel processo di addestramento delle IA conversazionali.

“Nessun altro strumento si basa esclusivamente sul lavoro di altri per generare immagini. Né Photoshop, né la macchina fotografica, niente si avvicina a questa tecnologia”.

Le aziende di IA, nel rispondere alle accuse, hanno sostenuto che l’addestramento delle loro IA è basato sul fair use, un concetto della legge sul copyright che crea un’eccezione se il materiale viene modificato in modo “trasformativo“.

I modelli di IA stanno fondamentalmente imparando da tutte le informazioni disponibili. È come se uno studente andasse a leggere i libri in biblioteca e poi imparasse a scrivere e a leggere“, ha dichiarato Kent Walker, presidente degli affari globali di Google, in un’intervista rilasciata venerdì.

Il fair use rappresenta una difesa cruciale per le aziende di IA, poiché la maggior parte dei contenuti prodotti dai modelli di IA non è una copia esatta del lavoro di individui specifici.

Tuttavia, se gli artisti che citano in giudizio le aziende riuscissero a mostrare un numero sufficiente di esempi di risultati dell’IA molto simili alle loro opere, avrebbero una solida base per controbattere e per sostenere che il loro copyright è stato violato.

Continua a leggere! Estratto da: AI learned from their work. Now they want compensation – The Washington Post

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