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Covenant Eyes: l’app anti-pornografia che fa acqua da tutte le parti

Nell’era digitale in cui la tecnologia si intreccia con le sfide morali, il presidente della Camera degli Stati Uniti, Mike Johnson, ha svelato la sua lunga fedeltà a Covenant Eyes, un’app anti-pornografia. Tuttavia, l’esperienza di questa applicazione mette in luce alcune criticità.

La prima osservazione chiave è che Covenant Eyes ha un impatto significativo sulla percezione della pornografia. Pur promettendo di aiutare le persone a “scoprire la libertà di vivere senza pornografia”, il metodo orientato alla vergogna sembra aver suscitato un interesse maggiore sul tema stesso.

Il funzionamento dell’app, basato su screenshot periodici del contenuto visualizzato sul telefono, solleva domande sull’utilità di tale sistema. La segnalazione automatica di contenuti “pornografici” all'”accountability partner” designato solleva molti dubbi sulla reale efficacia nell’aiutare le persone a superare il problema della pornografia.

Un episodio del 2022 rivela che Johnson utilizza Covenant Eyes con suo figlio Jack, 17 anni all’epoca. I resoconti settimanali sull’uso di Internet tra padre e figlio sembrano funzionare bene per Jack, ma il presidente non ha commentato il proprio comportamento online.

Dopo una settimana di utilizzo dell’app, sono stati riscontarti molti errori di valutazione di Covenant Eyes sui contenuto pornografici, in particolare è risultato molto singolare il livello di tolleranza dell’app verso il corpo maschile rispetto a quello femminile, dimostrando una percezione decisamente più rigida delle immagini femminili. Inoltre, l’app funziona adeguatamente solo su telefoni Android, con limitazioni significative su iPhone, una discrepanza che solleva interrogativi sulla sua effettiva utilità.

Sebbene Covenant Eyes possa essere un alleato utile per alcuni, la sua rigidità e i difetti tecnici potrebbero renderlo inadatto per coloro che non hanno bisogno di un monitoraggio così dettagliato delle attività online dei propri conoscenti.

Leggi qui l’intero articolo: I tried Mike Johnson’s favorite anti-porn app. It didn’t go well

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