Cerca
Close this search box.

Dovremmo abbandonare la parola “utente”? Perché?

Immagine di un dizionario aperto, con un mondo che ne fuoriesce e una mano umana tiche tiene una penna come a prendere appunti. Immagine generata tramite DALL-E 3.

Il venerdì è diventato il giorno delle sessioni “chiedimi qualsiasi cosa” su Instagram per Adam Mosseri, responsabile di Instagram. Tuttavia, dietro la sua disponibilità nel fare queste sessioni si cela un problema linguistico interessante: il costante riferimento agli “utenti” anziché alle persone. 

Come sostiene Don Norman, uno dei pionieri nell’uso del termine “esperienza utente”, il termine “utente” depersonalizza le persone, trasformandole in dati da studiare anziché individui. Ed è qui che l’IA entra in gioco. L’origine di “utente” risale ai giorni dei mainframe negli anni ’50, quando i computer erano gestiti da dipendenti addestrati. Ora che la tecnologia è diventata così pervasiva, potrebbe essere il momento per una revisione. 

Con l’avvento dell’IA, il concetto di “utente” è diventato sempre più problematico. Le persone non sono più semplici utilizzatori di tecnologia, ora interagiscono con sistemi complessi e intelligenti. Sostituire “utente” con termini più specifici e umani potrebbe essere il primo passo per rendere le relazioni con la tecnologia meno artificiali e più naturali. Che si tratti di “giocatori” nei videogiochi o “lettori” nei nuovi media, la scelta delle parole può influenzare la percezione delle relazioni tecnologiche.

Leggi l’articolo completo: It’s time to retire the term “user” su technologyreview.com.

Immagine generata tramite DALL-E 3.

Accedi per vedere questi contenuti

registrati se non lo ha ancora fatto