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L’AI in Oncologia: per un’assistenza sanitaria più umana

L’articolo “Digital Health to Patient-Facing Artificial Intelligence: Ethical Implications and Threats to Dignity for Patients With Cancer” di Amar H. Kelkar, Andrew Hantel, Erica Koranteng, Corey S. Cutler, Marilyn J. Hammer e Gregory A. Abel, pubblicato su JCO Oncology Practice, affronta in modo approfondito le innovazioni e le sfide etiche poste dall’impiego delle tecnologie di intelligenza artificiale (AI) nella medicina, con un focus particolare sui pazienti oncologici. L’AI impiegata in medicina ha trovato applicazione in vari ambiti, dalla diagnostica e radiologia all’assistenza diretta ai pazienti. In particolare, in oncologia, le tecnologie AI includono:

  1. Telemedicina: L’uso di piattaforme virtuali, per consulti a distanza, durante la pandemia di COVID-19 hanno visto un’adozione significativa. Queste piattaforme offrono vantaggi come comodità, riduzione dei costi, miglioramento della comunicazione e diminuzione dei tempi di viaggio.
  2. Monitoraggio Remoto: Si riferisce all’uso di sensori che i pazienti possono indossare e alla raccolta delle loro informazioni di salute. Questi sensori tengono traccia di fattori importanti come i battiti del cuore, quanto si muovono e come dormono. Le informazioni raccolte aiutano i medici a notare subito se ci sono problemi di salute. Questo è particolarmente utile per i pazienti oncologici che stanno ricevendo trattamenti, perché permette ai medici di intervenire rapidamente se qualcosa non va.
  3. Health Coaching Virtuale: Il coaching virtuale per i pazienti oncologici, spesso supportato da AI, offre assistenza personalizzata e continua. L’AI aiuta a fornire consigli immediati, migliorando la comprensione del trattamento e la gestione dello stress, tutto accessibile da casa.

Le questioni etiche sollevate dall’uso di queste tecnologie in oncologia sono molteplici e significative. L’interazione diretta tra pazienti e operatori sanitari è cruciale nell’oncologia, dove la dignità, l’empatia e la comprensione culturale sono aspetti fondamentali delle cure. Le preoccupazioni principali riguardano:

  1. Dignità Umana: L’AI non può sostituire completamente l’empatia e la comprensione culturale che solo un essere umano può offrire. Un’eccessiva dipendenza dall’AI potrebbe portare a cure impersonali, erodendo la dignità del paziente e le relazioni terapeutiche.
  2. Non-maleficenza e Privacy: I rischi per la confidenzialità dei dati dei pazienti e la possibilità di errori nell’AI sollevano preoccupazioni sulla sicurezza dei pazienti.
  3. Autonomia del Paziente: La mancanza di trasparenza in alcuni algoritmi AI può compromettere l’autonomia dei pazienti e la necessità di un consenso informato rigoroso.
  4. Giustizia ed Equità Sanitaria: Gli algoritmi AI, addestrati su dati storici spesso generati in società strutturalmente inique, possono perpetuare i bias esistenti, ampliando le disparità nella salute, specialmente in gruppi minoritari o svantaggiati.

L’articolo conclude sottolineando l’importanza di una collaborazione tra società mediche oncologiche, leader governativi, pazienti, clinici e ricercatori per sviluppare linee guida e quadri normativi che assicurino un utilizzo etico delle tecnologie AI in ambito oncologico. È fondamentale che la tecnologia AI rimanga uno strumento che supporta e non sostituisce l’interazione umana, specialmente in un campo come l’oncologia, dove la dimensione relazionale e umana delle cure gioca un ruolo cruciale. La sfida è integrare l’AI in modo che essa arricchisca l’esperienza di cura senza privarla della sua essenziale umanità. Mentre le tecnologie AI possono offrire soluzioni innovative e migliorare l’efficienza delle cure, l’aspetto umano deve rimanere al centro del processo di assistenza, assicurando che ogni paziente sia trattato con la dignità, l’empatia e il rispetto che merita.

In conclusione, mentre ci avviciniamo a un futuro in cui l’AI svolge un ruolo sempre più centrale nell’assistenza oncologica, è importante ricordare le parole del filosofo della medicina Edmund Pellegrino, che affermava: “La medicina è la più umana delle scienze e la più scientifica delle umanità” (E. Pellegrino, Philosophy of medicine: problematic and potential, J Med Philosophy. 1976;1: 5–31). Questa affermazione ci ricorda che, al centro della tecnologia avanzata e dei progressi scientifici, rimane l’essenza umana dell’assistenza medica. Il nostro obiettivo deve quindi essere quello di utilizzare l’AI non solo per migliorare l’efficacia delle cure, ma anche per arricchire la relazione di cura, preservando la dignità, l’empatia e il rispetto che ogni paziente merita. Solo così potremo assicurare che le innovazioni in campo oncologico siano non solo avanzate, ma anche profondamente umane.

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