Molto presto, l’intera trafila di un appalto pubblico – dai parametri ed i titoli necessari per poter concorrere, fino alla scelta del candidato vincitore – potrà essere gestita da un algoritmo o, meglio, dall’intelligenza artificiale.
L’articolo 30 del d.lgs. n. 36 del 2023, noto anche come nuovo Codice degli appalti, stabilisce, infatti, una novità di non poco conto. Ecco cosa dice testualmente: «Per migliorare l’efficienza le stazioni appaltanti e gli enti concedenti provvedono, ove possibile, ad automatizzare le proprie attività ricorrendo a soluzioni tecnologiche, ivi incluse l’intelligenza artificiale e le tecnologie di registri distribuiti, nel rispetto delle specifiche disposizioni in materia».
Daniela Anselmi, Vicepresidente degli avvocati amministrativisti, sulla novità introdotta dal nuovo Codice degli appalti ha rappresentato: “Non c’è una garanzia sulla maggiore qualità del risultato. Nel processo potrebbero emergere temi non preventivabili dalla tecnologia”.
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L’intelligenza artificiale deciderà gli appalti. Avvocati preoccupati: “In caso di illegittimità, separare la responsabilità di uomo e IA, ma il punto è chi deciderà i parametri degli algoritmi” su La Repubblica – Genova
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