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Dalla cecità alla visione artificiale grazie agli impianti cerebrali

Immagine generata tramite DALL-E 3 da Marta Baronio che rappresenta un uomo occidentale di 50 anni circa, con gli occhi bendati da una fascia bianca e attorno la rappresentazione di vari chip.

Gli impianti cerebrali per la visione artificiale rappresentano la nuova frontiera della ricerca scientifica. A capo di questa innovazione c’è Neuralink di Elon Musk che, insieme ad altri attori del settore, stanno sviluppando dispositivi in grado di fornire una forma rudimentale di vista alle persone non vedenti.

Uno dei primi partecipanti a questa rivoluzione è Brian Bussard, un uomo di 56 anni che ha perso la vista a causa di una serie di eventi traumatici. Attraverso un intervento chirurgico avvenuto nel febbraio 2022, è diventato il primo a ricevere 25 microchip nel cervello. Bussard si è prestato per far parte di uno studio che testa un dispositivo wireless per produrre una visione di base. Anche se la visione artificiale che percepisce è limitata a “lampi su uno schermo radar”, rappresenta comunque una significativa svolta nella sua vita. Questi sforzi non sono isolati. In Spagna, all’Università Miguel Hernández, sono stati impiantati dispositivi simili su quattro individui. 

Una delle principali sfide da affrontare è la produzione di immagini di qualità migliore. Ci sono anche questioni riguardanti la longevità e l’efficacia dei dispositivi impiantati da migliorare e resta ancora da determinare se sarà possibile ripristinare la vista in individui nati ciechi.

Leggi l’articolo completo: The Next Frontier for Brain Implants Is Artificial Vision su wired.com.

Immagine generata tramite DALL-E 3.

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