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L’AI nell’Educazione: Sfide e Strategie costruttive

Nel briefing della Johns Hopkins University del 19 settembre, gli esperti hanno affrontato le sfide e le opportunità legate all’uso di ChatGPT e di altre tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale (AI) nell’ambito dell’istruzione. Hanno partecipato alla discussione: James Diamond, Ricercatore nel campo dei media digitali e nell’apprendimento, la sua ricerca si focalizza principalmente sull’impiego dei giochi educativi per migliorare il processo di apprendimento sia per gli studenti (fino a 12 anni) che per gli insegnanti; Daniel Khashabi, Assistente di Informatica presso la Johns Hopkins University e membro del Center for Language and Speech Processing, è coinvolto in progetti che incorporano chatbot in classe e sta lavorando per sviluppare modi innovativi di utilizzare l’AI nell’istruzione; Thomas Rid, Professore di Studi Strategici e direttore fondatore dell’Alperovitch Institute for Cybersecurity Studies presso la Johns Hopkins University School of Advanced International Studies, è esperto sull’uso dell’AI nella sicurezza cibernetica e nell’istruzione; Lainie Rutkow, che ha moderato il briefing, è Vice Provost for Interdisciplinary Initiatives presso la Johns Hopkins University.

Ogni relatore ha offerto la propria prospettiva di come l’AI stia influenzando l’istruzione, se ne ricava un quadro delle sfide e delle opportunità che questa tecnologia presenta per gli educatori, gli studenti e i genitori.

Sfide e Rischi:

  • Uno dei principali timori riguardanti l’AI nell’istruzione è la facilitazione della frode e del plagio. Gli studenti potrebbero utilizzare sistemi come ChatGPT per ottenere risposte pronte all’uso, mettendo in discussione l’integrità accademica.
  • L’accesso a risposte immediate tramite l’AI potrebbe ridurre lo sforzo degli studenti compromettendo il potenziamento delle loro capacità.
  • I modelli di lingua basati su AI possono riflettere e perpetuare pregiudizi e stereotipi presenti nei dati con cui vengono addestrati.
  • Gli studenti potrebbero erroneamente fidarsi ciecamente delle risposte generate dall’AI, senza valutarne la veridicità o la qualità.

Opportunità:

  • L’AI offre la possibilità di personalizzare l’apprendimento per gli studenti, adattando il contenuto e le risorse alle loro esigenze e abilità specifiche.
  • L’automazione di compiti ripetitivi può liberare insegnanti e studenti da attività che richiedono meno creatività, consentendo loro di concentrarsi su aspetti più profondi dell’apprendimento.
  • L’AI può suscitare un maggiore interesse degli studenti in determinate materie attraverso metodi di insegnamento innovativi e coinvolgenti.
  • L’AI può generare bozze di materiali didattici, che gli studenti possono sviluppare ulteriormente, sperimentando nuove modalità di creatività.

Strategie:

  • Genitori ed educatori possono coinvolgere gli studenti in conversazioni aperte sulla tecnologia, incoraggiando la curiosità e il pensiero critico. Nonostante le avanzate tecnologie AI, l’esperienza umana e il valore dell’insegnamento umano continuano a essere essenziali nell’istruzione, poiché l’AI non può sostituire l’interazione e l’esperienza umana.
  • Gli educatori possono sviluppare la competenza nell’alfabetizzazione sull’AI tra gli studenti, aiutandoli a comprendere le capacità e i limiti di queste tecnologie.
  • Gli studenti devono essere istruiti a verificare (fact-check) le informazioni fornite dall’AI, nonostante la velocità e l’accessibilità delle risposte.
  • Gli sviluppatori di tecnologie AI devono impegnarsi per ridurre al minimo i bias e garantire una maggiore trasparenza.

Tutti i relatori hanno sottolineato l’importanza della verifica dei dati forniti dall’AI, Thomas Rid, in particolare, ha condiviso un aneddoto scherzoso per illustrare questo punto. Ha raccontato che ChatGPT aveva risposto a suo figlio di 5 anni che non ci sono bagni all’interno della Torre di Pisa, ma il suo studente di dottorato ha potuto confermare la loro presenza. In chiusura del suo intervento ha sottolineato che “ciò che è noto come ‘conoscenza umana’ è come un oceano, e l’AI permette di navigare rapidamente nelle acque profonde. Ma appena si avvicina alla riva o alle basse profondità della conoscenza, inizia ad allucinare, cioè a inventare cose. La fiducia nell’affidabilità dell’output è quindi un problema significativo, e dobbiamo far capire agli studenti che non possono fidarsi ciecamente dell’output e devono verificare”.

In sintesi, dal briefing è emerso che educare significa non solo fornire conoscenza, ma anche sviluppare competenze critiche, valori etici (equità, inclusione), creatività e preparare gli studenti per il futuro. L’AI può essere uno strumento prezioso per raggiungere questi obiettivi, ma è essenziale utilizzarla in modo responsabile e integrarla nell’esperienza educativa più ampia, promuovendo un dialogo aperto tra insegnanti, studenti e genitori.

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