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Obiettivi di cura e AI: conversazione con il Dott. Kedar S. Mate

La Dott.ssa Kirsten Bibbins-Domingo, Editor in Chief di JAMA (Journal of the American Medical Association), intervista il Dott. Kedar S. Mate, che è medico internista, Presidente e CEO dell’Institute for Healthcare Improvement (IHI) e docente presso il Weill Cornell Medical College.

La conversazione si focalizza sugli obiettivi della medicina e su come l’intelligenza artificiale possa contribuirvi.

Il Dottor Mate, citando l’articolo “The Quintuple Aim for Health Care Improvement: A New Imperative to Advance Health Equity”, di cui è coautore, afferma che sono 5 gli obiettivi della medicina:

  1. Miglioramento della salute della popolazione,
  2. Miglioramento dell’esperienza di cura,
  3. Riduzione dei costi nell’assistenza sanitaria,
  4. Riduzione del burnout tra i professionisti sanitari,
  5. Miglioramento dell’equità sanitaria.   

Precisa che i primi tre obiettivi sono consolidati, mentre il quarto, che riguarda il benessere degli operatori sanitari, è più recente, l’ultimo, l’“equità”, è il portato della pandemia da Covid-19, che ha messo in luce quanto la salute dei singoli sia legata a quella della comunità tutta, quanto sia importante sostenere le fasce più svantaggiate della popolazione.

Il Dottor Mate sottolinea che gli obiettivi non sono in competizione, ma che ognuno dipende dagli altri quattro e che, soprattutto, non c’è una sanità buona senza equità.

Richiamando l’articolo “Artificial Intelligence in Clinical Diagnosis: Opportunities, Challenges, and Hype”, il Dottor Mate evidenzia come l’AI potrebbe migliorare l’accesso ai servizi sanitari e aumentare l’efficienza, ma nello stesso tempo menziona l’importanza di controllare che i dataset di addestramento dell’AI non escludano le fasce deboli della popolazione, in modo da “evitare che l’AI perpetui i bias esistenti nei dati storici”, così come è sottolineato dall’editoriale di Jama “AI in medicine”.

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