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Costruire fiducia tra pazienti e medici grazie all’AI: Intervista al dottor Andrew Bindman

Kirsten Bibbins-Domingo, redattrice capo di JAMA, intervista il dottor Andrew Bindman, medico internista, vicepresidente e direttore medico della Kaiser Permanente, un’organizzazione sanitaria d’eccellenza.

Discutono su come l’AI stia cambiando l’esperienza dei medici e i risultati sanitari. Il dottor Andrew Bindman evidenzia le opportunità, sottolinea che l’AI permette  la previsione del peggioramento del paziente e la valutazione dei rischi di gravi condizioni come la sepsi. Utilizzando dati integrati, i medici sono così in grado di intervenire precocemente. Inoltre mette in luce un aspetto in genere poco focalizzato, l’AI, attraverso l’analisi di comportamenti come mancati appuntamenti medici o ritiro di prescrizioni, può individuare i pazienti a rischio sociale, con difficoltà di trasporto o problemi di stabilità abitativa, permettendo interventi mirati.

Accanto agli aspetti positivi dell’AI, considera anche quelli negativi. Esiste il rischio che l’AI rifletta pregiudizi esistenti nei dati, portando a decisioni non equilibrate, quindi è importante garantire una rappresentanza ampia nei dati, da  sottoporre a verifica costante per identificare e correggere eventuali pregiudizi che minano l’equità del sistema.

Inoltre, gli operatori sanitari potrebbero finire per sottovalutare i rischi perché si abituano ai continui allarmi dell’AI, il Dottor Bindman parla di “stanchezza da allarme”, ma come risposta propone di mantenere il ruolo attivo dei medici nelle decisioni.

Poi suggerisce di implementare rigorosi standard di sicurezza e garantire il consenso informato dei pazienti per l’utilizzo dei loro dati, proprio per evitare di violare la privacy.

Si sottolinea la difficoltà nella regolamentazione  dell’AI in ambito medico, alcuni strumenti AI sono più facili da regolare perché operano in modo coerente e prevedibile ad ogni utilizzo, mentre altri, come l’AI generativa, presentano sfide normative più complesse perché il loro funzionamento può variare e non è sempre facilmente prevedibile.

Secondo il Dottor Bindman l’uso dell’AI può influenzare le interazioni medico-paziente in modo positivo. Facendo riferimento ad uno studio, afferma che, sebbene l’AI non migliori direttamente l’empatia umana, potrebbe offrire risposte utili ai pazienti e fornire informazioni, supportando i professionisti sanitari nel comprendere meglio le esigenze dei pazienti. Questo potrebbe, in parte, migliorare la qualità dell’interazione.

In sintesi, viene proposto un approccio bilanciato che combina l’AI con la supervisione umana per massimizzare i vantaggi dell’AI e mitigarne i rischi.

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