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Yann LeCun intervistato al Corriere della Sera

Il suo non è un ottimismo fideistico. «Bisogna partire dicendo cosa c’è di sbagliato nei modelli attuali di “machine learning”. Fanno schifo, almeno rispetto a esseri umani e animali. Sono sistemi specializzati e fragili. Sono in grado di passare un esame da avvocato perché si tratta di reperire informazioni, ma non ragionano davvero. Non hanno alcuna comprensione reale del mondo. Non sanno pianificare. È evidente che manca qualcosa di molto importante». 

Che cosa? La risposta è da cercare più nelle neuroscienze che nell’informatica (infatti dentro Fair c’è chi studia il funzionamento del cervello). 

A Parigi ha svelato I-Jepa (Image Joint Embedding Predictive Architecture), che Meta ha descritto come «un passo avanti verso un’intelligenza di livello umano nell’AI». 

Tra i sogni di LeCun e il futuro c’è di mezzo anche il confronto con le regole in arrivo, a partire dall’AI Act europeo. Il modello di approccio che Meta ha scelto è diverso da quello di altre aziende del settore ed è radicato nell’idea di condivisione e apertura della ricerca scientifica in cui si muove LeCun  e i suoi team. 

Continua a leggere! Estratto da : Parla Yann LeCun, il «padrino» dell’Intelligenza artificiale: «No, le macchine non conquisteranno il mondo. Vi spiego perché»

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